Scendere non è stato facile. Non è stato facile nemmeno decidere di scendere, ma la decisione l'ha presa per noi la valle di Paisco, che con dei nuvoloni neri e due tuoni ci ha convinti a "levare le tende". All'una eravamo a casa, nonostante Iri, per le vesciche ai piedi fosse stata costretta a scendere a piedi nudi. Questa ragazza ha una forza interiore che fa paura.
Abbiamo cenato a casa mia e poi ci siamo fatti portare a cedegolo in modo da poter prendere il treno la mattina, per tornare a Brescia.
Abbiamo dormito insieme, nello stesso letto. Una pelle morbida, un candore negli occhi, movimenti lenti, brividi. E' stato bellissimo, quasi surreale. Due volte bellissimo.
Il viaggio di ritorno in treno è scivolato via veloce, l'imbarazzo ha lasciato spazio alla complicità, come tra due persone che veramente si conoscono.
Il treno per Riccione era alle cinque e quarantacinque. Ultime ore insieme, con l'orologio che si avvicinava sempre più al distacco. Momento grigi di incertezze su quello che sarà, su cosa in realtà significavano questi 4 giorni.
Alla stazione, l'ultimo sguardo sorrideva.